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Manipolazione mentale – Il Progetto MKULTRA

Sono sempre stata affascinata dagli esperimenti sociali, che sono tutti quegli studi effettuati su singoli individui o gruppi, per comprendere al meglio i meccanismi che si celano dietro la mente umana. I soggetti sono completamente ignari, per far sì che gli psicologi traggano le loro conclusioni osservando.

Ebbene, di queste indagini, nella storia, ne esistono diverse e la mia intenzione è quella di parlarvene in una serie di articoli che, gradualmente, pubblicherò qui, nella sezione “Curiosità”.

 

In questa puntata vi descriverò un progetto in particolare che, a mio avviso, viene applicato in maniera non del tutto inconsapevole durante ogni giorno della vita di ciascuno di noi. Più avanti capirete perché ho scritto questo.

Mi riferisco al Progetto MKULTRA.

Qualcuno di voi, forse, lo avrà già sentito nominare, senza sapere, probabilmente, a cosa si riferisca esattamente.

Beh, eccomi qui, pronta a spiegarvelo.

Comincerei con l’affermare che tale progetto è stato, senza ombra di dubbio, la risposta alla domanda: “Se avessi un superpotere, quale sarebbe? – Il controllo delle menti umane!”

Infatti, MKULTRA è stato un programma organizzato dalla CIA (che, per chi non lo sapesse, è l’acronimo di Central Intelligence Agency) a cavallo tra gli anni Cinquanta e Settanta, più precisamente tra il 1953 e il 1973, che consisteva in esperimenti illegali e moralmente discutibili su soggetti umani spesso non informati e non consenzienti.

Lo scopo di tale progetto era, ufficialmente, quello di studiare e scoprire tutte le sostanze e tutti i metodi capaci di condizionare le menti altrui.

L’applicazione finale di queste scoperte sarebbe stata usata, principalmente, in campo militare, anche perché, ricordiamolo, si era in piena Guerra Fredda: le due super potenze uscite vincitrici dal secondo conflitto mondiale non si scontravano con armi, battaglie e carri armati, ma in maniera più subdola e decisamente più “silenziosa”. Un esempio è la corsa alla Luna, chi arrivava primo, tra ex Unione Sovietica e USA. (potete trovare il mio articolo sul nuovo allunaggio di Artemis cliccando QUI)

In questo scenario, naturalmente, lo spionaggio la faceva da padrone e non poteva esserci momento più adatto per riesumare qualche ricerca nazista sul controllo mentale e per capire se, effettivamente, quei risultati si potessero applicare in campo bellico… e perché no? Anche sulla popolazione…

Il Progetto MKULTRA (il nome sarebbe una derivazione dal tedesco Mind Kontrolle Ultra) non deriva solo da alcuni noti studi effettuati dal Terzo Reich, ma è stato una sorta di evoluzione 2.0 di alcuni programmi che la CIA aveva già messo in piedi in precedenza, come il Project Bluebird e il Project Artichoke (letteralmente, in italiano, “Progetto Carciofo”… il nome non mi sembra così minaccioso, potevano scegliere qualcosa di più altisonante, tipo “progetto Godzilla” o che so io).

I due pezzi grossi di MKULTRA erano Donald Ewen Cameron (psichiatra canadese) e Sidney Gottlieb (un biochimico al servizio della CIA, soprannominato dagli amici “lo Stregone Nero”). Ma vi starete sicuramente chiedendo: quali erano queste tecniche allucinanti di manipolazione mentale (e mai aggettivo è stato usato in maniera così azzeccata) messe in atto da queste due menti?

Si parla di somministrazione di droghe, torture e abusi fisici e psicologici, isolamento, messaggi ripetuti, deprivazione sensoriale, ipnosi, trattamenti con l’elettroshock, gessetti che stridono sulla lavagna, il rumore delle posate che sfregano tra loro ecc.

Vi sembro esagerata? Beh, l’allora direttore della CIA, Allen Dulles, aveva espresso il suo disappunto, non per l’attuazione di un progetto simile, ma perché (cito testuali parole): […] not having enough human guinea pigs to try these extraordinary techniques.” (tradotto, “[…] non avere abbastanza porcellini d’india umani per testare queste tecniche straordinarie.”)

Vi sembro ancora esagerata?

Come ho già detto sopra, molte “cavie” (sfortunatamente questo brutto termine si adatta alla perfezione) erano inconsapevoli delle tecniche di manipolazione mentale a cui erano sottoposte. Basti pensare che questo progetto vide coinvolte ben oltre 80 istituzioni, tra cui spiccavano college e università, prigioni, ospedali e case farmaceutiche, tutti ignari dei veri scopi di certe ricerche e certi finanziamenti.

Tra le “cavie più adatte” figuravano non solo i militari facenti parte delle forze armate statunitensi, ma anche e soprattutto tutti quei soggetti che, sfortunatamente, passano sempre in secondo piano nella società, come i senzatetto e le prostitute.

Ricordiamo, per esempio, l’operazione Midnight Climax, dove la CIA si serviva di alcune signore della notte per drogare i clienti con l’LSD e osservare gli effetti che questa sostanza poteva avere su di loro abbinata a prestazioni sessuali. Ma non erano solo i frequentatori di lucciole a essere monitorati: anche i poveri malcapitati che frequentavano un bar qualunque potevano essere degli ottimi oggetti di studio.

La maggior parte delle vittime di questi esperimenti, purtroppo, ricavò danni e traumi permanenti sia fisici che psicologici. Fu registrata anche una morte per overdose, provocata, appunto, da questi esperimenti diabolici.

Ma noi come possiamo essere così informati su un progetto che, in fin dei conti, doveva essere top secret? Nel 1975, comparve un articolo sul New York Times che accusava direttamente la CIA di aver condotto degli esperimenti illegali sulla popolazione nel corso degli anni precedenti. Non so voi… ma chiunque abbia scritto quell’articolo ha avuto un grande coraggio: non oso immaginare il suo terrore nell’accendere l’auto ogni giorno.

Questo articolo, però, risultò troppo accusatorio, tanto da destare l’interesse di due commissioni investigative: la Church e la Rockefeller. Le ricerche effettuate da questi due enti portarono comunque alla stessa conclusione pubblicata sul New York Times e denunciarono il Progetto MKULTRA, nonostante l’allora direttore della CIA, Richard Helmes, avesse ordinato di distruggere tutte le prove e i documenti inerenti al programma, già nel 1973, due anni prima.

Fortunatamente per noi e per il sacrosanto diritto all’informazione, esercitato tramite una richiesta FOIA (di cui vi ho parlato dettagliatamente nell’articolo Pillola rossa o pillola blu?”, che potete leggere cliccando sul titolo qua accanto), i documenti essenziali per comprendere la natura di questo progetto sono stati salvati, grazie all’incredibile sbadataggine di un addetto ai lavori. La storia dell’MKULTRA è stata ricostruita grazie all’intervento del direttore della CIA che era in carica nel 1977, l’Ammiraglio Turner.

Infatti, ironia della sorte, questi documenti (che potete visionare benissimo cliccando QUI) erano stati archiviati per sbaglio nella cartella Budget and Fiscal Section (Sezione Fiscale) della CIA e mostrano tutti quelli che sono stati i movimenti economici e i finanziamenti da parte del governo statunitense di questo progetto.

Gli scopi di questo programma, come ho già accennato sopra, erano molteplici: innanzitutto, ancora oggi viene attuato il cosiddetto Kubark, un nome in codice dato nel 1963 a quello che viene definito il “manuale di interrogatorio” della CIA e, più nello specifico, dell’interrogatorio avanzato. Questo Kubark, infatti, si baserebbe proprio sulle osservazioni effettuate durante il Progetto MKULTRA.

Inoltre, l’American Psycological Association ha elaborato un vero e proprio programma di tortura post 11 settembre, nei casi, appunto, di interrogatorio avanzato.

Non solo: un ulteriore scopo era quello della creazione del cosiddetto candidato manciuriano, ovvero un individuo qualunque, capace mediante un comando specifico, di trasformarsi inconsapevolmente in un assassino.

Si crede che tale scopo sia stato effettivamente raggiunto, se si pensa ad alcuni personaggi, come Sirhan Sirhan, l’uomo che ammazzò Bob Kennedy: egli, infatti, affermò di non ricordare affatto il momento dell’omicidio. È presumibile, dunque, che potesse essere stato ipnotizzato.

Oppure, si può pensare al killer statunitense Ted Kaczynski, purtroppo famoso per aver inviato a vari cittadini dei pacchi esplosivi, provocando 3 morti e più di 20 feriti: non solo era un uomo estremamente intelligente e colto, ma era anche pacifico fino a quando non venne sottoposto ad alcuni esperimenti sulla modifica del comportamento effettuati ad Harvard (dove studiava), ma sponsorizzati dalla CIA.

Ovviamente si parla di supposizioni e nulla è certo… ma converrete anche voi che la coincidenza è molto strana.

Perché ho detto, all’inizio, che questo articolo che vi sto proponendo è attuale?

Perché ogni giorno siamo sottoposti a qualche forma di controllo mentale, più o meno invasiva.

Qui bisogna fare un appunto, poiché si pensa che le espressioni “manipolazione mentale” e “lavaggio del cervello” siano sinonimi. Invece no, dato che la seconda implica una sorta di consapevolezza, da parte del soggetto, di essere sottoposto a un tentativo di reset del proprio cervello, mentre la prima viene eseguita a livello inconscio. (fonte Steve Hassan, consulente di salute mentale, nell’articolo di La mente è meravigliosa)

Ma se pensate che mi sbaglio quando dico che ogni giorno siamo vittime di manipolazioni mentali o lavaggi del cervello, vi basti pensare alle sette religiose.

Esse, infatti, applicano determinati meccanismi mentali che sono in grado di cambiare in maniera radicale il modo di pensare di un possibile adepto. Ne ho già menzionata qualcuna sopra: l’isolamento dai propri cari, per esempio, rende chiunque più vulnerabile alle tecniche di manipolazione mentale come il love bombing, ovvero manifestazioni di affetto e vicinanza incondizionati che portano la vittima a sentirsi ben accetta da un determinato gruppo di persone (esempio di manipolazione mentale conseguente all’isolamento può essere la Sindrome di Stoccolma). Poi, quando la setta comincia a stringersi attorno al malcapitato con tecniche di group thinking (o “pensiero di gruppo”, in italiano) o di controllo sociale, è ormai troppo tardi. Pensate ai lavaggi del cervello che sono stati messi in atto nei suicidi di massa all’interno di alcune di queste sette nel corso della storia.

Lo psicologo americano Robert J. Lifton, infatti, coniò un’espressione precisa per descrivere la manipolazione mentale effettuata dalle sette religiose: “riforma del pensiero”.

Se vogliamo un quadro più quotidiano, invece, dobbiamo ringraziare il medico russo Ivan Pavlov (1849 – 1936) e i suoi studi sul riflesso condizionato.

Per chi studia psicologia, questo nome non risulterà affatto nuovo: il suo esperimento con il cane, il cibo e una campanella, è famosissimo.

Tale esperimento prevedeva che venisse dato da mangiare a un cane mentre si suonava una campanella. Il cane, alla vista del cibo, salivava, leccandosi già i baffi per il pasto. Ecco, dunque, la grande scoperta: successivamente, la campanella venne suonata ma non venne mostrata alcuna ciotola contenente cibo. Tuttavia, il cane salivava comunque, poiché, ormai, associava il rumore della campanella al cibo.

Capite? L’associazione stimolo/reazione abbinato al processo di apprendimento di cui usufruiamo ogni giorno della nostra vita, è una tecnica di manipolazione mentale, considerato che cambia il nostro modo di pensare.

Il più conosciuto, per capire, è il meccanismo punizione/ricompensa o carota/bastone, se preferite: “Gianvincenzo, se prendi un bel voto all’interrogazione ti compro un videogioco nuovo.” Gianvincenzo, dunque, studierà anche controvoglia, pur di avere quel videogioco.

“Gaetano, se fai di nuovo scherzi con la segreteria telefonica ti faccio il tatuaggio di Monna Lisa sulla schiena a cinghiate!” (ho preso spunto da Aldo, Giovanni e Giacomo per questo esempio, quando fanno i carabinieri in “Tel chi el Telùn”) Gaetano farà il bravo bambino e non contraddirà più il padre, altrimenti si ritroverà la schiena come un puzzle.

E naturalmente, parlando di manipolazione mentale, non poteva non venirmi in mente la Finestra di Overton, concetto elaborato dal sociologo Joseph P. Overton, morto giovane in circostanze non del tutto chiare.

La Finestra di Overton, che in fondo è lo schema tipico delle dittature, studiava i meccanismi di persuasione e manipolazione delle masse, cioè trasformare un’idea da completamente inaccettabile per la società ad accettata e infine legalizzata. Overton spiegava le tappe attraverso le quali qualsiasi idea, seppur non giusta, può trovare comunque una sua finestra di opportunità.

La progressione, scoperta da Overton, può essere sintetizzata così: inconcepibile, quando la “finestra”, cioè l’idea, si apre, suscitando disdegno, ma si inizia comunque a parlarne; estrema, quando questa idea, la “finestra”, inizia a trovare spazio, rimanendo comunque confinata nell’inconcepibile; accettabile, quando l’opinione pubblica inizia a sospendere il giudizio e inizia a discuterne; ragionevole, quando questa idea/”finestra”, comincia a essere considerata normale, comprensibile, a furia di parlarne; diffusa, quando questa idea/”finestra” inizia a raccogliere consensi, perché diventata popolare; legalizzata, l’obbiettivo è raggiunto, l’idea viene ufficialmente accettata nell’ordinamento dello Stato.

Per farvi un esempio di accettazione, ricordiamo come un unico uomo, che ha scatenato la Seconda Guerra Mondiale, sia riuscito a plagiare un intero popolo, ha letteralmente manipolato una nazione e non solo, a commettere orrori inconcepibili.

Come dicevo sopra, il Progetto MKULTRA non è qualcosa di così fantascientifico o distopico come si potrebbe immaginare. Non siamo nel Sottosopra di “Stranger Things”, anche se la serie sia finzione e frutto dell’immaginazione dei creatori, alcuni episodi si sono ispirati agli esperimenti realmente condotti di questo progetto.

Le pubblicità, i messaggi subliminali, le discussioni con amici e parenti, le nostre paure e fobie, le nostre passioni, ogni singolo stimolo esterno ci porta a una costante e inevitabile manipolazione mentale, tanto che sarebbe quasi azzardato affermare che ognuno di noi agisca davvero in maniera del tutto spontanea a qualsiasi situazione. Il nostro modo di pensare e di agire viene continuamente condizionato e tale processo, forse, non fa altro che peggiorare con i miliardi di stimoli a cui siamo soggetti ogni minuto di ogni giorno. Stimoli che portano un’apertura mentale verso il mondo, per carità, ma bisogna riconoscere anche il rovescio della medaglia.

 

Insomma, per concludere, come dice il celebre aforista italiano Fabrizio Caramagna: “La parola chiave della nostra epoca è manipolazione e stiamo assistendo alla sua escalation. […] Siamo come le testine dei giradischi. Giriamo dentro un solco inciso da altri.”

Scritto da Camilla Marino

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