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Servizi segreti: i controllori del mondo

“Io sono Bond… James Bond.”

Chi di voi non ha mai sognato, anche per un solo giorno, da piccolo, di diventare un agente segreto in pieno stile 007?

Effettivamente, i servizi segreti hanno sempre destato un certo fascino, complici anche i molteplici film e opere letterarie che hanno trattato l’argomento nel corso dei decenni, come la già citata saga dell’agente più conosciuto e più sciupafemmine della storia cinematografica.

E se c’è proprio una cosa che lungometraggi e romanzi del genere ci hanno insegnato, è che certe organizzazioni possiedono “capacità molto particolari”, come direbbe Liam Neeson nel film “Io vi troverò”, che permettono di prevenire possibili danni nei confronti della sicurezza nazionale.

Per questo viene da chiedersi come abbia potuto l’intelligence israeliana, il Mossad, non accorgersi dell’imminente e brutale attacco terroristico di Hamas.

Ma non è di questo che voglio parlare oggi (a tempo debito, tuttavia, scriverò assolutamente un articolo in merito, è già in fase di work in progress).

Mentre ci si domanda sui perché e i “per come” della falla nell’intelligence israeliana (e qualche idea ce la siamo fatta), ho pensato di redigere un pezzo sulle curiosità inerenti ai servizi segreti nella storia e nel mondo.

Naturalmente, le curiosità che sto per raccontarvi sono di dominio pubblico, anche perché… sapete com’è, si parla di “servizi segreti”, di sicuro non vanno a spiattellare questi loro segreti in giro, altrimenti non sarebbero più segreti… ve lo dico in segreto.

Dopo questo abominevole gioco di parole, inforchiamo gli occhiali a infrarossi, saliamo a bordo della nostra automobile attrezzata per diventare, all’occorrenza, un carro armato o un sottomarino, e partiamo in missione.

I vari attori che, nel tempo, hanno interpretato James Bond

Spesso visto come un film, con una sceneggiatura di bugie, verità, intrighi, trame avvelenate, finte diplomazie e forse, come appunto da cinematografia, con omicidi ed eliminazioni, questo universo di sotterfugi e informazioni segrete sui presunti nemici da controllare, viene usato da sempre, realmente, da capi di Stato, re, regine e altri personaggi potenti, per controllare il mondo.

James Bond interpretato da sir Sean Connery

Innanzitutto, delineiamo il significato di “servizi segreti” e di “intelligence”, perché queste due espressioni vengono usate spesso come sinonimi, ma c’è una sottile differenza tra le due.

Con il primo termine si intende un’organizzazione vera e propria a capo di uno Stato specifico (perché ogni nazione ha la propria organizzazione).

Tutte le operazioni dei servizi sono coperte da segreto (no, sul serio…?) e hanno lo scopo di salvaguardare la sicurezza nazionale tramite attività di spionaggio, controspionaggio e lotte antiterrorismo.

Ed è qui che entrano in gioco le attività di intelligence, ovvero la raccolta, il mantenimento, l’analisi e la diffusione di informazioni e notizie atte a proteggere il Paese.

Ma attenzione: i servizi segreti non operano solo all’estero, essi possono operare anche all’interno dello Stato.

Pensate, per esempio, al vecchio e caro FBI (Federal Bureau of Investigation, Ufficio Federale di Investigazione in italiano), il cui operato si estende anche alla sicurezza interna degli USA, con la ricerca e la cattura di criminali seriali. Pensare all’FBI porta a un’altra caratteristica dei servizi segreti: in base alla missione, possono scegliere se agire in segreto all’interno o all’esterno del proprio Stato e magari agire apertamente e alla luce del sole entro i propri confini.

 

Esistono delle fasi di procedimento nelle operazioni di intelligence:

– Pianificazione e direzione delle informazioni acquisite

– Raccolta dei dati attraverso diverse tecniche come per esempio intercettazione, interrogatorio, fotografia, contatto con elementi esterni ecc.

– Elaborazione e classificazione delle notizie raccolte

– Analisi, produzione, affidabilità e utilizzabilità di ciò che è stato raccolto

– Divulgazione finale verso altri organi in base all’utilità.

Ma dopo questa doverosa specifica, passiamo al fulcro dell’articolo, ovvero, qualche curiosità in più.

Innanzitutto, se pensavate che lo spionaggio fosse nato nel XX secolo con Guerre Mondiali e Guerra Fredda, vi sbagliavate di grosso, nonostante il secolo scorso abbia segnato forse l’apice della storia di questa professione.

Nei meandri delle mie ricerche, ho scoperto che lo spionaggio organizzato ha addirittura circa 4300 anni e che fu istituito per la prima volta dall’Impero Accadico, un regno mesopotamico (sempre la Mesopotamia in mezzo… ci chiedevano anche barbabietole da zucchero, confina a nord, sud, est e ovest, bovini, suini e ovini e industrie siderurgiche e metallurgiche), esistito nella seconda metà del III millennio a.C., fondato dal re Sargon di Akkad.

Il primo spione conosciuto della storia che vi ho sopra accennato (… o forse no, mi viene in mente che il supremo delatore assoluto fu il serpente nel Libro della Genesi), infiltrò nell’armata dell’avversario, l’ultimo re sumerico Lugalzagesi, un gruppo di soldati sotto false vesti di mercanti, per carpire i punti deboli e vincere la battaglia, e così fu.

Le origini dell’arte nel farsi gli affari degli altri, nonostante non si possa determinare una data storica precisa per l’inizio dello spionaggio, vanno indietro nel tempo fino agli Antichi Egizi, con il faraone Ramses I, sovrano che sedette sul trono d’Egitto più di 3300 anni fa. Già all’epoca, sia i sovrani che i militari, si servivano di uomini di fiducia che potessero tenerli informati delle mosse nemiche, dell’operato degli Stati limitrofi e così via.

Infatti, la battaglia tra l’Impero dei Faraoni e gli Ittiti, fu una sorta di grande vespaio di informatori, agenti sotto copertura e controspionaggio.

Ma se andiamo ancora più indietro, attraverso le celebri “Iliade” e “Odissea” redatte dal grande Omero, possiamo intuire che anche nell’Antica Grecia ricorrevano a certi stratagemmi.

Pensate solo all’elaborato piano architettato da Ulisse (od Odisseo, come preferite), il cui esito si può riassumere nella frase pronunciata da Laocoonte al popolo Troiano nell’”Eneide” di Publio Virginio Marone: “Timeo Danaos et dona ferentes”, che si può tradurre dal latino come “Temo i Greci anche quando/se portano doni”. Il famoso piano traducibile come una delle prime operazioni sotto copertura della storia lo conosciamo tutti: date le mura alte e impenetrabili che circondavano la città di Troia, Ulisse (o Sinone, cugino di Ulisse, secondo la “Piccola Iliade”, poema antico andato perduto), decise di nascondere alcuni dei soldati achei all’interno di un grosso cavallo di legno, facendo credere al popolo troiano che si trattasse di un segno di resa dei greci e un dono per il dio Poseidone. Così, i troiani accolsero il cavallo all’interno delle mura e mentre tutti dormivano di notte, i soldati al suo interno sgusciarono fuori, aprirono le porte della città e permisero al resto del loro esercito di avviare un vero e proprio attacco a sorpresa.

E ancora prima del mitico cavallo, c’era Dolone, un troiano “brutto d’aspetto ma veloce di piedi” (all’epoca il body shaming non sapevano cosa fosse), considerato a tutti gli effetti come una spia.

Infatti, l’uomo si era avvicinato alle navi nemiche per poter origliare le conversazioni del popolo avversario, così da poter avvertire strategicamente i compaesani. Ulisse e Diomede lo scoprirono e lo misero sotto torchio.

Dolone, che non aveva fatto l’addestramento di Ethan Hunt in “Mission Impossible” (Tom Cruise docet), pensò di salvarsi la pelle facendo il doppio gioco, ovvero rivelando la posizione delle truppe troiane. Ciò non servì a salvargli la vita: Ulisse e Diomede lo ammazzarono subito dopo aver ottenuto quella preziosa informazione.

No, lui non è di certo Dolone. Lui è Ethan Hunt, interpretato da Tom Cruise.

E comunque, la mitologia greca in generale è piena di figure che possono essere riconducibili, in un modo o nell’altro, agli agenti sotto copertura: nel mito di Elettra, per esempio, redatto da Sofocle (di cui parlo in maniera più dettagliata in un articolo sugli incesti nella letteratura, che potete trovare cliccando QUI), Oreste uccise Egisto e Clitemnestra con l’inganno, fingendo di essere messaggero della sua stessa morte.

Sempre Ulisse, si travestì da mercante per sottrarre l’arco a Filottete, arma indispensabile per prendere d’assalto la città di Troia.

E scostandoci dal mito, nell’antica Sparta era presenta una vera e propria polizia segreta chiamata Krypteia (dal greco “kruptós”, che significa “nascosto”), che aveva il preciso compito di tenere a bada gli iloti, ovvero gli schiavi di origine straniera presenti in città.

Anche nel mondo Cristiano, come accennavo prima, specialmente nella Bibbia, esistono narrazioni dedicate allo spionaggio.

L’esempio per eccellenza, oltre al già citato serpente, è Giuditta: secondo la storia narrata nel Libro di Giuditta (presente nella Bibbia Cattolica, ma non in quella ebraica), il re assiro Nabudoconsor stava prendendo d’assedio la città di Betulia; il suo generale, Oloferne, si invaghì però dell’affascinante e bellissima Giuditta, una giovane vedova di Betulia. Giuditta stette al gioco, finse di essersi innamorata di Oloferne, si intrufolò nel campo nemico e, mentre lui dormiva, lei prese una lama e lo decapitò, impedendo così l’assedio alla sua città.

E nella Bibbia sono presenti tante altre donne come Giuditta, che non solo hanno cambiato le sorti di sovrani e popoli, ma che l’hanno fatto attraverso azioni di vero e proprio spionaggio.

"Giuditta e Oloferne", olio su tela di Caravaggio, 1599 - 1602, Gallerie nazionali d'Arte Antica, Palazzo Bernini, Roma
"Giuditta che decapita Oloferne", olio su tela di Artemisia Gentileschi, 1612 - 1613, Museo nazionale di Capodimonte, Napoli,

Ma incentrandoci sui fatti di cronaca reali e non fittizi, la storia tende a considerare il generale e filosofo cinese Sun Tzu, come il primo vero teorico sulle tecniche di spionaggio.

Vissuto probabilmente tra il VI e il V secolo a.C., fu infatti l’autore de “L’arte della guerra”, forse il più importante trattato di strategia militare di tutti i tempi. All’interno di questo volume, venivano specificati diversi tipi di tattiche militari, tra cui quello di dare volontariamente informazioni sbagliate al nemico per ottenere un vantaggio.

Una frase iconica presente nel trattato è: “Occorre usare spie per ottenere informazioni utili sui nemici.”

Le spiegazioni e intuizioni di Sun Tzu, erano così dettagliate, precise ed efficienti, che ancora oggi l’esercito degli USA lo usa come manuale teorico durante l’addestramento!

Nell’antichità, comunque, anche il popolo Persiano non era da meno, dotato di uno tra i migliori sistemi di spionaggio di quel mondo, con agenti informatori considerati “gli Occhi e le Orecchie del Re”. Così come, addirittura nel 4000 a.C., era il popolo sumero ad avere un’abilità di spionaggio senza eguali (avranno imparato tali tattiche dagli alieni? Cliccando QUA potete accedere all’ultimo articolo che ho scritto, dove parlo dei Sumeri e della curiosa teoria legata a loro sugli alieni)

Ma l’agente segreto vero e proprio nacque durante l’Impero Romano, con la Guardia Pretoriana, ovvero un ente militare che aveva come compito principale quello di difendere l’imperatore. Gli uomini facenti parte di questo reparto si dividevano in due categorie: gli speculatores, coloro che si occupavano della sicurezza interna, e gli exploratores, intenti a studiare il nemico e a difendere la sicurezza estera.

Entrambe queste figure sarebbero poi state sostituite dai cosiddetti frumentarii. Questo nome un po’ speciale che sembra preso dal retro di una scatola di cereali, deriva dal fatto che il compito iniziale di questi individui era quello di distribuire il grano alle truppe, prima di diventare un vero e proprio organo di informazioni segrete.

Nonostante ciò, uno dei primi veri organi istituiti con il preciso scopo di spionaggio, fu un “ufficio segreto” del Ministero della Guerra nella Francia del XVIII secolo, quando a capo della baracca c’era Napoleone, tanto piccolo di statura quanto astuto: infatti, egli aveva compreso già da tempo quanto un efficiente servizio di intelligence potesse essere di fondamentale importanza per lo Stato.

Da lì, altri Stati seguirono il suo esempio, tra cui Inghilterra, Austria e Germania (all’epoca denominata Prussia).

Per quanto riguarda l’Italia, Camillo Benso conte di Cavour (un altro nome in pieno stile dipartimento scuola educazione), nel 1836, faceva parte della Commissione superiore di statistica, un’unità, tra le varie istituite proprio da lui, che metteva in piedi un’efficientissima rete informativa per lo Stato.

Ma il vero primo promotore dei servizi segreti italiani fu il Regno di Sardegna, nel 1855 (e ora perché mi è venuta in mente la scena dei cinghiali sardi del film “Hannibal”? La mia passione per il thriller e l’horror), con un documento ufficiale denominato “Breve istruzione sul servizio degli Uffiziali del Corpo Reale di Stato Maggiore in tempo di guerra”. Un titolo più chiaro di così era difficile da trovare: si parlava letteralmente di servizi segreti militari.

E in Italia, il primissimo ufficio informativo dello Stato fu costituito solo qualche anno dopo, nel 1863.

Ma ritorniamo ai giorni nostri: secondo voi, quali sono i servizi segreti più efficienti al mondo?

FBI e CIA? No, gente, la CIA degli USA è solo al secondo posto dopo l’ISI del Pakistan.

L’Inter-Services Intelligence fu fondata nel 1948 e ha sede a Islamabad, si tratta di un vero e proprio “Stato nello Stato”, tanta è la sua influenza nella politica sia interna che estera.

La CIA (Central Intelligence Agency) si trova, come dicevo, al secondo posto, fondata nel 1947 dal Presidente Truman, si è resa nota per il suo operato durante la Guerra Fredda, il periodo più “florido”, per così dire, per quanto riguarda lo spionaggio.

Ora, qui ci sono da fare un paio di appunti, perché molti “confondono” la CIA e l’FBI, pensando si tratti di due organismi con le medesime funzioni.

Non proprio: in sostanza, la prima si occupa di ciò che accade al di fuori dello Stato, ha un budget più consistente e dipende direttamente dal Presidente degli Stati Uniti; la seconda agisce entro i confini del territorio nazionale, ha un budget più basso e dipende da un Dipartimento del governo.

Tra le moltitudini di missioni effettuate, si possono ricordare: il tentativo di rovesciare il governo di Fidel Castro a Cuba, il colpo di Stato in Cile avvenuto nel 1973, il colpo di Stato in Iran del ‘53 e quello in Guatemala l’anno successivo.

Tuttavia, sia FBI che CIA sono nel mirino dell’opinione pubblica, perché si sono macchiate di una serie di azioni non proprio pulite per raggiungere i propri scopi: tra queste azioni figurano violazioni dei diritti degli esseri umani e instaurazioni di dittature.

A me viene comunque spontaneo pensare: wow… la scoperta dell’acqua calda! Stiamo parlando di servizi segreti capitanati da Stati che giocano a Risiko nella vita reale, cosa vi aspettavate di diverso?

Tuttavia, la peggiore macchia nel curriculum vitae della CIA, è stata la negligenza e l’incapacità nel prevenire il tragico attentato terroristico dell’11 settembre 2001.

Comunque, gli agenti segreti degli Stati Uniti sono circa 6500, esclusi coloro che sono addetti specificatamente alla protezione del Presidente, il vice-Presidente, le rispettive famiglie, i Presidenti passati e i capi di Stato in visita sul territorio nazionale. A questo scopo, questi agenti in particolare sono addestrati letteralmente per bloccare i proiettili, seguendo un corso studiato apposta ogni 8 settimane. Il corso si incentra sul capire la traiettoria di un proiettile (ovviamente finto durante le simulazioni, corretto con della vernice in modo da evidenziare il punto colpito) e bloccarlo.

Ovviamente, tutti questi agenti dispongono di un attestato di primo soccorso e portano sempre con sé una sacca di sangue del Presidente, in modo da poter intervenire subito con una trasfusione in caso estremo. Naturalmente, gli agenti sono a stretto contatto con i medici che intervengono. Tra l’altro, se ci fate caso, il Presidente non è mai lontano più di 10 minuti da una qualsiasi struttura ospedaliera. Questo minutaggio è lo stesso che impiega un agente a mettere in atto le manovre di primo soccorso.

Il Presidente, inoltre, viene controllato h24: il pavimento della Stanza Ovale alla Casa Bianca è letteralmente coperto di sensori che sono in grado di monitorare non solo lo stato del Presidente, ma anche eventuali intrusioni non desiderate. Inoltre, frasi come “L’Aquila è nel nido” (frase detta da mio padre a mia madre quando mi viene a prendere all’aeroporto quando arrivo da uno dei miei viaggi), non sono un’invenzione da film o da romanzo: vengono veramente usati frasi e nomi in codice per le operazioni top secret. Ogni Presidente, così come i membri della sua famiglia, ha un nome in codice: per esempio, Barack Obama era chiamato Renegade.

E a proposito di nomi in codice, eccovene alcuni: il Presidente Nixon veniva chiamato Searchlight (“faro” o “riflettore”, in italiano); Jimmy Carter era Deacon, “diacono” in italiano, in onore della sua solida fede battista; George H.W. Bush si chiamava Timberwolf a causa della sua famiglia numerosa; il nostro caro Presidente John Fitzgerald Kennedy veniva soprannominato Lancelot, il personaggio di Lancillotto nella storia di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda, perché il suo mandato veniva paragonato al regno di Camelot; il nome in codice di Bill Clinton era Eagle (ecco la frase “l’Aquila è nel nido” di mio padre), molto probabilmente perché aveva frequentato i Boy Scouts of America (io lo avrei anche chiamato Scandal, in onore della serie tv che prende spunto dalle sue “grandi gesta” con la segretaria…); per chi mastica inglese, indovinate come veniva chiamato Donald Trump, risposta, Mogul, che significa “magnate”; mentre il già citato Presidente Truman, “padre” della CIA, era semplicemente noto come generale. A questo punto, mi viene da domandarmi quale potesse essere il nome in codice del Presidente Baxter Harris, parodia del Presidente George W. Bush, interpretato dal grande Leslie Nielsen nel terzo e quarto capitolo della saga di “Scary Movie”… paperella, Madre Teresa, UNO?

La Casa Bianca viene soprannominata Castello e il Campidoglio Punch Bowl… e ora ditemi che non sono l’unica a pensare: ma come? Parlano di nomi in codice per operazioni top secret e poi “spoilerano” così gratuitamente gli pseudonimi di due dei luoghi più a rischio di attacchi terroristici degli USA?

La CIA, poi, è una sorta di successore di un altro organo dei servizi segreti, istituito durante la Seconda Guerra Mondiale e recante il nome di Office of Strategic Services (Ufficio dei Servizi Strategici).

Così come l’FSB (Servizio federale per la sicurezza della Federazione Russa) è un successore del caro vecchio KGB, “antagonista” della CIA durante la Guerra Fredda, dopo il tentativo fallito di un colpo di stato nel 1991 (a cui aveva partecipato anche Vladimir Kryuchkov). Il nome originario, dal ‘91 al ‘95, comunque, era un altro: FSK (Servizio di Controspionaggio Federale) e la sua sede centrale è situata a Mosca.

Tra le sue attività principali figurano il controspionaggio e la lotta contro il terrorismo, con ben 250 mila agenti sotto copertura e spie.

Ma ciò non basta per posizionarlo sul podio delle migliori agenzie di intelligence al mondo. Infatti, al terzo posto, troviamo il MI6, la “casa” di James Bond.

Con sede a Londra e fondato nel 1909, infatti, non è stato riconosciuto ufficialmente per quasi novant’anni. Solo nel 1994 uscì sotto i riflettori.

E pensate che l’intelligence israeliana si trovi in un posto alto di questa classifica?

Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, no, anzi, è in decima posizione, dopo BND (Bundesnachrichtendienst, Germania… credo di aver appena evocato un demone sumero cercando di leggere il nome o come notoriamente si dice nei meme dell’IKEA), DGSE (General Directorate for External Security, Francia), ASIS (Australian Secret Intelligence Service, Australia), RAW (Analysis and Research Wing, India) e MSS (Ministero per la Sicurezza dello Stato, Cina).

Noi italiani, con i nostri SSI, non figuriamo neanche tra i primi dieci al mondo. Sarà perché l’Italia è piena di pettegoli, sarà per il nome veramente “antisgamo” (SSI è l’acronimo di Servizi Segreti Italiani)… non lo sapremo mai.

I nostri CIA e FBI, comunque, sono rispettivamente l’AISE (Agenzia informazioni e sicurezza esterna) e l’AISI (Agenzia e informazioni sicurezza interna), tramite il coordinamento del DIS (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza), la cui guida è nelle mani di una donna, Elisabetta Belloni.

Comunque, se a qualcuno di voi interessa fare carriera in questo settore, almeno per quanto riguarda il nostro Paese, sappiate che bisogna mandare la propria candidatura sul sito governativo Sicurezza Nazionale, più precisamente alla voce Lavora con Noi.

I requisiti necessari? Beh quelli cambiano a seconda del ramo che vi interessa: per esempio, se volete unirvi alla lotta antiterroristica, vi servirà una laurea nella branca di scienze politiche (l’indirizzo migliore sarebbe quello di Scienze internazionali e diplomatiche) oppure una laurea economica-giuridica. Se invece siete più attratti dal settore della cybersicurezza, serve una laurea in ingegneria informatica o comunque tutto ciò che riguarda l’informatica.

Ma se non avete le risorse per poter intraprendere un percorso universitario, niente paura: per alcune posizioni, basta il semplice diploma, a patto, tuttavia, di essere in possesso di alcune competenze particolari, come la conoscenza delle lingue straniere.

Tornando a Israele, il nome della sua intelligence è HaMossad IeModi’in uleTafkidim Meyuchadim (per gli amici, solo Mossad… credo di aver evocato un altro demone, per sbaglio).

Nonostante si trovi al posto più basso di questa classifica, il Mossad è celebre per alcune delle operazioni più rilevanti della storia moderna, come la cattura del nazista Adolf Eichmann nel 1960 (sulla cattura e sul processo di Eichmann è stato scritto un libro illuminante e profondo da Hannah Arendt, intitolato “La banalità del male”, che ho letto e recensito in un reel delle mie Pillole di Recensioni, la rubrica settimanale che pubblico sul mio profilo Instagram funkycamiblog ogni sabato); la cattura del famigerato “macellaio di Riga” nel 1965, il soprannome del criminale Herberts Cukurs, ex membro del Commando Arājs e colpevole di crimini contro l’umanità, specificatamente nei confronti del popolo ebraico; l’eliminazione dei responsabili della strage di Monaco del 1972, durante i Giochi Olimpici; la cosiddetta “Operazione Salomone”, ovvero gli aiuti all’immigrazioni degli ebrei etìopi in Israele.

Si potrebbe speculare all’infinito su come determinati colpi di Stato, attentati terroristici o azioni militari di varia natura non siano avvenute a causa della “negligenza” dei servizi segreti, ma che siano state studiate a tavolino per altri scopi.

Anche perché, diciamocelo, tutto ciò che sappiamo su questi organi di governo, non è perché NOI abbiamo scavato a fondo, ma perché LORO forniscono le informazioni che vogliono fornire.

D’altronde, come diceva l’attrice e cantante Judy Garland (1922 – 1969): “Non ho mai guardato attraverso un buco della serratura senza trovare qualcuno che stava a sua volta guardando.”

Scritto da Camilla Marino

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