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Il Signor Byers, l’uomo radioattivo

Avete presente quel momento in cui tirate fuori il vocabolario delle parolacce perché vi hanno appena rifilato una porcheria di prodotto? Magari un paio di stivali acquistati online che poi si sono rivelati completamente diversi dal modello che avevate scelto e pure di qualità scadente (sì, mi è successo); un videogioco che si blocca al primo caricamento (anche questo mi è successo); una crema medica spacciata come miracolosa e invece caratterizzata dall’effetto placebo (questo è successo a una mia amica).

Ecco, un momento del genere ma decuplicato, avvenne negli anni ’20 del Novecento, a causa del Radithor, l’acqua radioattiva che veniva venduta come medicinale. Avendovi parlato delle mutazioni genetiche dovute al disastro di Chernobyl, nella sezione di questo blog Pianeta Terra”, mi sembrava interessante descrivervi questo caso sempre legato alla radioattività, per partire con questo spazio legato alle Curiosità.

Ma andiamo per gradi: tutto cominciò nel 1911, quando Marie Curie (il cui vero nome era Maria Salomea Skłodoswka) scoprì il radio (un metallo alcalino ed elemento chimico) e il polonio (un semi metallo estremamente radioattivo che si trova nei minerali di uranio, come il radio), guadagnandosi il suo secondo Premio Nobel per la Chimica.

 

Scoperta eccezionale… peccato che, in quegli anni, il radio venne usato per i più disparati prodotti di uso quotidiano, come l’amianto, di cui vi parlerò in un prossimo articolo.

I quadranti e le lancette degli orologi erano fatti con il radio.

I prodotti cosmetici e di pulizia del corpo, come shampoo e dentifricio, erano fatti con il radio.

Persino alcune barrette di cioccolato contenevano il radio!

“Mamma, guarda! Che bello, sembro una lucciola, brillo al buio!”… ecco, mi immagino più o meno una scena simile…  e anche le signore brillavano al buio, perché anche nei vestiti si trovava il radio.

E questo scenario non l’ho elaborato a random, perché, all’epoca, la luminescenza rilasciata da questi prodotti era il cavallo di battaglia delle campagne pubblicitarie.

“Giustifichiamo” questa vendita super mega ultra azzardata di prodotti radioattivi considerando il fatto che allora non si conoscevano ancora gli effetti collaterali dell’esposizione al radio.

E secondo voi, questo elemento chimico poteva stare lontano dal campo sanitario? Ovviamente no: esso venne spacciato come una sostanza dalle incredibili proprietà curative. Pensate che esistevano delle SPA con trattamenti speciali all’acqua radioattiva, chiamati Fontane Guaritive… una doccia di salute, insomma!

Ma veniamo ora a questo Radithor: William John Aloysius Bailey, dopo aver abbandonato la Harvard Medical School ed essersi procurato una falsa laurea in medicina, un farlocco dottorato a Vienna ed essersi proclamato dottore del grande sapere, scoprì dei non meglio precisati effetti benefici del radio sull’uomo.

Creò così il Radithor, una bevanda composta da acqua distillata mescolata “sapientemente” a 1 microCurie di radio 226 e 228. Per chi non lo sapesse, Curie era l’unità di misura applicata per indicare quanto fosse radioattivo un certo materiale.

Questo “farmaco” veniva lodato come se fosse l’acqua santa, poiché, a detta del suddetto medico, curava ogni male: dalla dispepsia (che altri non è se non la difficoltà gastrica o intestinale nel digerire) all’impotenza (potrebbe essere effettivamente una buona idea per un sex toy quella di un pene fluorescente…), passando per ben 150 patologie endocrine e oltre.

La moda dell’epoca di usare il radio per qualsiasi cosa + questa fake news = 400 mila flaconi venduti tra il 1925 e il 1930.

Il signor Eben Byers

E veniamo ora al risvolto purtroppo macabro di questa vicenda, cioè quello che portò al ritiro del presunto farmaco e di tutti i prodotti contenti questo elemento chimico altamente tossico per l’uomo.

Tra i più fidati consumatori di Radithor spiccava Eben McBurney Byers… e chi era, mi chiederete voi? Era un giocatore di golf professionista, nonché imprenditore statunitense, presidente della Girard Iron and Metal, quindi di soldi ne aveva tanti e anche da buttare.

Nel 1927 si infortunò a un braccio cadendo dalla sua cuccetta del vagone letto di un treno e il medico gli prescrisse un cucchiaino al giorno di Radithor.

Nonostante non vi fosse presenza di proprietà analgesiche nella sostanza, Byers fu vittima del cosiddetto effetto placebo e cominciò non solo a sentirsi meglio, ma a sviluppare una vera e propria dipendenza, arrivando ad assumere ben tre flaconi al giorno, arrivando a un totale di 1400 bottigliette bevute fino a che non si fermò.

L’effetto di questa bevanda, così prolungato nel tempo, fu devastante.

Nel 1931, gli cadde letteralmente la mandibola, dato che l’acqua radioattiva aveva disintegrato e corroso le sue ossa e i suoi tessuti dall’interno. Byers non sentì neanche dolore, perché anche i nervi erano stati compromessi in maniera irreversibile.

Foto originale del Signor Byers senza mandibola

Non solo… gli si formarono numerosi ascessi cerebrali causati dalle cavità createsi nelle ossa del cranio, con l’aggiunta di svariati tumori.

Fu questo avvenimento a fermarlo dall’assumere ulteriormente il Radithor.

A questo punto, il caso fu assegnato a un vero medico, il Dottor Steiner. Egli era a conoscenza di un fatto decisamente singolare, quello delle così denominate Radium Girls, ovvero tutte quelle donne che avevano lavorato alla United States Radium Corporation, la fabbrica che produceva quei famosi orologi il cui quadrante e le cui lancette erano stracolme di radio. Tutte loro avevano subìto dei danni più o meno gravi alla salute.

Tanto bastò per convincere il dottore a contattare la FDA (Food and Drugs Administration) per far sì che indagasse sul fenomeno del Radithor, anche se fu la Federal Trade Commission a promuovere azioni legali contro di esso (in quanto, all’epoca, la FDA non aveva l’autorizzazione per certe iniziative).

Le Radium Girls

Nel 1931, la causa intentata contro il Radithor, con l’accusa di propaganda sulla non pericolosità del prodotto e sulla sua mancata efficacia, ebbe successo e qualsiasi materiale contenente il radio, compreso il “farmaco”, venne ritirato immediatamente dal mercato. Nel 1932, dopo due anni di dolori inimmaginabili e atroci sofferenze al Doctor’s Hospital di Manhattan, Eben Byers morì, a soli 51 anni.

Immaginate quanto potesse essere radioattivo il suo corpo, per essersi sciolto dall’interno… e infatti esso fu seppellito in una bara rivestita completamente di piombo, per evitare che il terreno circostante o chiunque altro potesse essere contaminato.

Ciò per il fatto che, se la radioattività del cesio, di cui vi ho parlato nell’articolo su Chernobyl, ci mette 30 anni a dimezzarsi… il radio ci impiega ben 1600 anni!

Infatti, nel 1965 si decise di disseppellire i resti di Byers per controllare quanto ancora potesse essere contaminato. Il professor Robley Evans, il responsabile di questo studio, constatò che lo scheletro emanava così tante radiazioni da risultare addirittura più del doppio di quanto si era sperato.

Naturalmente le ossa furono di nuovo seppellite nel piombo.

L’unica domanda che viene spontaneo porsi è: come mai fu proprio il caso Byers a portare alla luce la tossicità del Radithor e non qualunque altra persona che poteva assumerlo? Beh… come vi ho già detto, aveva sviluppato una vera e propria dipendenza dal presunto farmaco… li avete letti i numeri sopra. Cavolo, 1400 flaconi di quella robaccia! In più, vi è un discorso economico: una boccetta di Radithor costava un dollaro. In quegli anni, un dollaro equivaleva, centesimo più centesimo meno, a quindici dollari odierni (quanto costava poco vivere?). Di conseguenza, medicinali come il Radithor erano considerati dei beni di lusso, non tutti potevano permetterselo… Byers era un magnate.

Concludo l’articolo con una citazione decisamente singolare: “L’acqua radioattiva funzionò perfettamente finché la sua mandibola non venne via”.

Sapete chi la disse? Lo stesso “Dottor” Bailey durante il processo… assolutamente tragicomica come affermazione…

Scritto da Camilla Marino

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